Dare sfogo ad un’emozione descritta sopra un foglio/ Stare solo in depressione in una fitta nube d’odio/ Andare in un’altra dimensione per sprecare il mio corpo/ Ammazzare un paio di persone per andare dal demonio/ Quello che ho visto mi rattrista ed il mio istinto mi guida/ Nel tempo che vivo in una rima sotto il vizio di una sfida/ Una vita vale l’altra dare aria ad una stanza buia/ Chiusa a chiave in una frase come chi rifiuta la fuga/ Chi usa la tortura, una statua alla medusa, scolpire ogni reato/ Come chi digiuna, di una santa scusa, per sfuggire a ogni peccato/ Slegato al tatto, nascosto in un teatro dietro una maschera/ Nato dal fato, nel volto coperto nel retro di ciò che si applica/ Nel vetro di ciò che immagina essere il vero/ Indietro a ciò che sanguina per mettere veleno/ Permettere di rifiatare è vietato, ma nel consenso/ Una lingua di serpe tesse sul verde smeraldo di uno scettro/ Potrei continuare fino a domattina con l’odio che vibra nella cassa spia/ Un foglio che è tela dipinta con tinta gialla e nera di una mia mania/ Ma era un’unica via che nello scuro non mostra il suo lerciume/ Come le dune del deserto sporche e nella notte coperte dalla luna/ E a tratti gli altri si son fatti grandi ed io ancora che spero nel lume/ Ma la ragione ignora ciò che vuole ma le sole son una storia di paura/ Ognuna da sola è vuota all’apparenza e senza un mordente/ Ma legate le une alle altre da un filo d’argento che crea le diverse/ Sfumature alle volte oscure ma dalle nostre paure illuminate e riflettenti/ E riflettendo penso che i sentimenti siano inadatti, a tratti adatti agli inetti/ Agli insetti che brulicano nella psiche corrotta del demonio dittatore/ Succhia sangue nelle pareti delle stanze, il periodo d’oro è un’invenzione/ Ma tra le altre cose la guerra dimentica gli orrori e le ripercussioni/ Ma se scaturita dal desiderio dei pochi, dovrebbero essere i soli/ A combatterla senz’armi ma con gli ideali faccia a faccia e ben visibili/ Così che se in una stanza scateneranno i loro istinti cannibali/