vincenzo

la casita dei sogni

vincenzo
la casita dei sogni

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25 Dec 2020

sento morire l'anima in corpo, il sangue che ribolle si secca, e poi non scorre. sento dolore, terrore, malamore malfamato di sentimento gelido e dissamorato, gli echi dei morti mi cantano a fianco, a fianco dei cadaveri che mi vengono in sogno, sono otto, tanti molti, non li conto sono troppi, mi inseguono nel sonno, non dormo, non stappo, non reppo, sono morto. basta lividi, é l' ora dei tagli, taglia il cordone che ti attacca al tuo clone, momento di ricordo senza alcun rimorso, momento di dolore e assai troppo raro in un cuore, dalla pietra che non fa rumore, dall'asfalto bagnato da lacrime di cadaveri ormai non piu vivi, ma non meno veri, e tu eri fra questi, impavidi stolti morti bruciati, arsi vivi da idee che correvano come livree, non pronte per nascere, ma non meno ponenti, appicate dal fuoco prima ancora di spiccare, volate, salpate ma nel tramente gia ammainate da paura nella prua, da incertezza nella brezza, affondate dall'intemperanza della pazienza son decadute a suon di urli, di strilli dal volume non udito, gemiti non goduti, arati in cave dalla forma non voluta.

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4 years ago

sento morire l'anima in corpo, il sangue che ribolle si secca, e poi non scorre. sento dolore, terrore, malamore malfamato di sentimento gelido e dissamorato, gli echi dei morti mi cantano a fianco, a fianco dei cadaveri che mi vengono in sogno, sono otto, tanti molti, non li conto sono troppi, mi inseguono nel sonno, non dormo, non stappo, non reppo, sono morto. basta lividi, é l' ora dei tagli, taglia il cordone che ti attacca al tuo clone, momento di ricordo senza alcun rimorso, momento di dolore e assai troppo raro in un cuore, dalla pietra che non fa rumore, dall'asfalto bagnato da lacrime di cadaveri ormai non piu vivi, ma non meno veri, e tu eri fra questi, impavidi stolti morti bruciati, arsi vivi da idee che correvano come livree, non pronte per nascere, ma non meno ponenti, appicate dal fuoco prima ancora di spiccare, volate, salpate ma nel tramente gia ammainate da paura nella prua, da incertezza nella brezza, affondate dall'intemperanza della pazienza son decadute a suon di urli, di strilli dal volume non udito, gemiti non goduti, arati in cave dalla forma non voluta.

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