***Scusatemi per la pessima qualità è registrata con casse e telefono*** Guardo fuori ed è tutto finto, il mondo si basa su un algoritmo, che opprime il più povero e da spazio al più ricco, tutta una gara al migliore profilo. È tutta una gara al filtro migliore, per le persone senza ragione, creature di un folle programmatore che batteva codice senza un errore, pensava che la soluzione stesse nei numeri, e che i rapporti fossero futili, prese lo sfondo lo mise first plan e clicckò run. E giù milioni di cellule, i pixel bruciarono il dna, prese la vita intera, la mise in una scatola, scatola di vetro, sopra un velo, ormai è indistinguibile ciò che è vero, magari si potesse tornare indietro ma non esiste tasto back. Circondario di morti viventi, guardare in faccia tramite gli schermi, chiamare foto i bei momenti, agilità nelle dita e spasmi nei movimenti, e a me fa schifo sarò sincero, trovo felicità nello schermo nero. L'amico è follower, le nuove conoscenze i++, hanno i tag in faccia, in fronte, sembran dei cazzo di tattoo, ormai parlare è un tabu, digitale controlla tutti, vodoo e ridicoli si sentono liberi in un mondo grafico di pochi stimoli. E anche oggi esce nuova patch, e in note, opprimili, ma l'essere umano non legge più, evolversi in cavernicoli, e li vedo in giro e non sorridono, felici solo in un iPhone, chi se ne fotte, felicicemente tristi, nel nostro pixel world